lunedì 3 agosto 2020

Tahrir. Nel respiro d'aurora


"Egitto amato mio, dall'acqua del tuo Nilo il mio uomo mi ha dato da bere,
dal tuo sole mi ha tessuto il vestito da sposa,
dalla tua speranza mi ha insegnato la saggezza,
l'amato mio..."

Tutto potrebbe accadere e tutto potrebbe essere fantasia letteraria. Come queste storie parallele che si incrociano sullo sfondo di un Egitto trasformato dalla rivolta di Piazza Tahrir. La vicenda di una splendida donna araba si intreccia con quella di un padre separato, di una figlia che è stata tolta, di un passato che riaffiora presente la memoria è denso di ricordi che si ripresentano legati a personaggi che scelte anche terribili di vita porteranno di immolarsi per una causa, giusta o sbagliata che sia. La freschezza e i valori di Sabah, termine arabo che può essere tradotto con aurora, intellettuale pur se sempre legata alla sua tradizione, fuoriescono lievemente con tutte le loro contraddizioni. Ma è tutto reale, è davvero tutto caduto o, come spesso avviene, tutto fa parte della nostra fantasia? Come la vicenda di una donna che traumi laceranti li porta inevitabilmente a voler ripetere per vivere esperienze che hanno segnato la sua esistenza. L'Egitto è sempre presente come un fantasmagorico e immaginifico capolavoro che lo rende unico per le sue bellezze e il suo popolo troppo martoriato il predatore i suoi diritti. Non vita vera o falsa ma semplicemente vita che scorre come il sangue nelle vene ricordandoci che, al di là di ogni avversità, c'è sempre un'ora per ogni cosa è un tempo per le cose migliori.

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